4 Agosto 2017
Vendemmia, -20% per il maltempo. A fine agosto le prime raccolte nel Mantovano

Il clima pazzo ha lasciato il segno sui vigneti della Lombardia con un taglio medio del 20% sui raccolti. E’ quanto stima la Coldiretti regionale in occasione della vendemmia che parte con i primi grappoli di pinot e chardonnay staccati sulle colline della Franciacorta a Coccaglio (Brescia) e sui rilievi dell’Oltrepò Pavese, mentre l’ultima raccolta sarà fra settembre e ottobre in Valtellina. E se in alcune zone le rese sono in calo del 30% con punte anche del 50%, a causa delle gelate della scorsa primavera che hanno colpito a macchia di leopardo, il caldo e la siccità di questi ultimi mesi hanno esaltato la qualità e la maturazione dei grappoli. Alla fine – stima la Coldiretti Lombardia – la produzione regionale dovrebbe superare il milione e 200mila ettolitri di vino, la maggior parte dei quali per DOCG, DOC e IGT. “Con i nostri vini di qualità raccontiamo l’Italia nel mondo – spiega Ettore Prandini, Presidente di Coldiretti Lombardia e vice presidente nazionale di Coldiretti – si tratta di un patrimonio di cultura, conoscenza ma anche economico visto che l’export supera i 5 miliardi di euro all’anno”.

Nelle vigne mantovane la vendemmia comincerà a fine agosto con i bianchi delle Colline Moreniche, per poi proseguire con i bianchi di pianura e i rossi, primo fra tutti la varietà Ancellotta. Anche a Mantova si stima un calo della produzione: “Le piante hanno sofferto durante la fioritura a cause delle piogge abbondanti – spiega il Direttore di Coldiretti Mantova Erminia Comencini – e poi durante la gelata primaverile, un evento straordinario che influirà sulla raccolta con perdite attorno al 15%. La qualità, però, è molto alta e lo stato fitosanitario è buono, perché il clima secco di quest’estate ha limitato lo sviluppo di malattie fungine”.

“C’è stato un calo di produzione dovuto alla brinata primaverile, ma l’annata è più che buona. Nella nostra vigna cominceremo a vendemmiare dopo il 20 agosto”, spiega Claudio Stefanoni dell’azienda agricola Ricchi di Monzambano, che su 50 ettari coltiva uve tipiche dei colli come Rondinella e Cortese e vitigni internazionali quali Chardonnay, Cabernet e Merlot. “Ci aspettiamo una produzione eccellente. La qualità sarà favorita dall’escursione termica tra il giorno e la notte e dall’assenza di malattie”, conferma Gianfranco Bertagna, che produce una decina di varietà di uve, tra cui Merlot, Cabernet e Chardonnay su 12 ettari tra le colline di Cavriana. D’accordo con lui sulla qualità Fabio Fila, produttore di Ancellotta, Lambrusco Salamino, Maestri e Marani su 15 ettari di terreno a Schivenoglia: “Viste le alte temperature, chi ha l’opportunità di irrigare la vigna avrà un’ottima vendemmia, perché il caldo ha favorito la maturazione dell’uva”.

In Lombardia – spiega la Coldiretti regionale – ci sono oltre 22mila ettari a vigneto, quasi tutti dedicati a nettari di alta qualità. Le province più “vinicole” sono Pavia e Brescia, che da sole rappresentano i due terzi delle superfici vitate in Lombardia e il 70% delle oltre tremila aziende lombarde. A seguire: Mantova, Sondrio, Bergamo, Milano e Lodi (con le colline fra San Colombano e Graffignana), ma zone viticole con piccole produzioni si contano anche fra Como, Lecco, Varese e Cremona. Crescono poi le superfici dedicate ai vigneti “organic”, salite a 2.570 ettari, quasi tre volte in più rispetto a quelle di dieci anni fa, con un’incidenza del 15% sul totale delle aree dedicate alle produzioni di alta qualità. Per quanto riguarda la mappa dei vigneti bio o in conversione al bio – spiega la Coldiretti regionale – il 61% è concentrato in provincia di Brescia con 1.581 ettari, il 32% in provincia di Pavia con 829 ettari e il resto fra Bergamo (71 ettari), Mantova (43 ettari), Sondrio (26 ettari), Lecco (11 ettari) e Milano (10 ettari).

L’intera filiera del vino, fra occupati diretti e indiretti, temporanei e fissi – stima la Coldiretti regionale – offre lavoro in Lombardia a circa 30 mila persone e la produzione genera un export di circa 260 milioni di euro all’anno, in particolare verso Stati Uniti, Gran Bretagna, Svizzera, Canada e Giappone. Sul fronte dei consumi – spiega Coldiretti – in Lombardia quasi 5 milioni di persone bevono vino durante l’anno e si punta sempre di più alla qualità, come testimonia il boom delle enoteche, arrivate a sfiorare quota mille, con un aumento di oltre il 30% negli ultimi sette anni. La provincia con la maggior concentrazione di “oasi delle Doc” è quella milanese con 261 realtà, seguono Brescia (175), Bergamo (109), Varese (99), Monza e Brianza (82), Como (63), Pavia (59), Mantova (47), Cremona (34), Lecco (31), Sondrio (25), Lodi (9).

Ma il vino è anche un mezzo di scoperta del territorio, visto che in Lombardia – spiega la Coldiretti regionale – ci sono oltre mille chilometri di sentieri del vino. Al primo posto Brescia, con 370 chilometri suddivisi tra la Strada dei Vini e dei Sapori del Garda (200 chilometri), la Strada del Vino Colli dei Longobardi (90 chilometri) e la Strada del Vino Franciacorta (80 chilometri). A seguire c’è la provincia di Mantova, con la Strada dei Vini e dei Sapori Mantovani che si estende per circa 300 chilometri, quella di Sondrio con i 200 chilometri della Strada dei Vini e dei Sapori della Valtellina, Bergamo con la Strada del Vino e dei Sapori della Valcalepio (70 chilometri) e infine, Lodi e Pavia, rispettivamente con la Strada del Vino San Colombano e dei Sapori Lodigiani e la Strada del Vino e dei Sapori dell’Oltrepò Pavese (con 60 chilometri ognuna).

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