28 Novembre 2017
Tagli alla Pac, per l’agricoltura italiana prospettive buone anche con meno fondi

In futuro le nostre imprese agricole dovranno contare meno sulla Pac. Ne è convinto Angelo Frascarelli, docente di Economia ed estimo rurale all’Università di Perugia, protagonista, al Consorzio Latterie Virgilio di Mantova, di un convegno sulla riforma della politica agricola comune organizzato da Coldiretti Mantova. L’apertura dei lavori è stata affidata al Presidente di Coldiretti Mantova Paolo Carra: “Come sistema produttivo dobbiamo cominciare ad affrontare molti temi, tra cui, ad esempio, la tutela dell’ambiente e la lotta allo spreco. Si sta andando verso una concezione diversa di agricoltura e di cibo ”, ha detto Carra anticipando alcune delle riflessioni della mattinata.  Dopo i saluti del Direttore di Coldiretti Mantova  Erminia Comencini, che ha ringraziato il reparto tecnico, messo alla prova  dalle novità della Pac attualmente in vigore, ha preso la parola Frascarelli:
“Il futuro delle imprese agricole non arriverà dalla Pac: è importante che se ne parli in anticipo - ha detto lo studioso –, per aumentare il nostro reddito dovremo  lavorare in modo consapevole sul mercato e organizzare ancora meglio le nostre imprese.  Le aziende italiane hanno più possibilità di altre”.
Prima di parlare del post 2020, Frascarelli ha spiegato le novità introdotte dal regolamento Omnibus, che entrerà in vigore il 1° gennaio 2018. Ci saranno modifiche riguardanti i pagamenti diretti, l’Ocm (Organizzazione Comune dei Mercati), lo sviluppo rurale. Per i pagamenti diretti, le modifiche più importanti sono quelle che hanno a che vedere con il greening: i vantaggi maggiori  riguardano il riso e l’introduzione delle colture leguminose tra gli usi previsti nelle deroghe per la diversificazione. Quest’ultimo aspetto consentirà all’erba medica di rientrare tra le colture utilizzabili ai fini dell’esenzione dalla diversificazione.
Non cambieranno gli importi già stanziati: “Per l’agricoltura italiana ci saranno ancora 7,4 miliardi di euro l’anno fino al 2020. E non ci saranno cambiamenti sostanziali, ma soltanto di dettaglio. E’ come fare il tagliando a una macchina comprata nel 2015. Nel 2020, invece,  cambieremo la macchina”.
Per le aziende che producono foraggi Grana Padano e del Parmigiano Reggiano Inserimento nelle deroge le leguminose prima la medica veniva considerata foraggera e non seminativo la medica vine riconoscita come foraggera e quindi mi consente di non mettere limiti mentre prima non doveva superare il 75% non ci sono limiti negli impegni del greening
I fondi saranno meno, ma non si conosce ancora a quanto ammonta il taglio di risorse: “Nel bilancio Ue, la Pac adesso pesa per il 38%, pari a 59 miliardi di euro. Io sono convinto che non sarà tagliato più di tanto, probabilmente ci sarà una decurtazione del 10%. Comunque non preoccupiamoci più di tanto: la Pac, in Italia, incide sul reddito degli agricoltori per il 28%, in Francia per il 40%, in Germania per il 42%. Questo significa che i nostri politici, in passato, hanno difeso peggio di altri gli interessi degli agricoltori, ma vuol dire anche che la nostra agricoltura vive di mercato, anche grazie all’alleanza con il consumatore”.
In una recente consultazione pubblica sulla Pac, attraverso la compilazione di 320 mila questionari, i cittadini europei  hanno chiarito quale tipo di agricoltura vogliono sostenere: un’agricoltura senza chimica, attenta all’ambiente, all’occupazione, alla qualità dei prodotti. La Pac, di conseguenza, incentiverà chi sarà in grado di garantire questi fattori. I primi particolari a riguardo emergeranno il 29 novembre, quando il Commissario Phil Hogan farà la sua comunicazione al Parlamento europeo sul Futuro dell’agricoltura e dell’alimentazione. “Dalle anticipazioni trapelate – spiega Frascarelli – la nuova Pac premierà un’agricoltura che tuteli l’ambiente naturale, la food safety e la food security, l’occupazione, le zone rurali. L’agricoltura italiana sarà, quindi, avvantaggiata”. Quando si parla di qualità non bisogna dimenticare, però, la quantità: “Parlerei di intensificazione sostenibile, perché c’è bisogno di entrambe”.
“Non è l’Europa che va in una certa direzione – ha concluso Carra - , ma è il mercato e quindi i consumatori che lo stanno facendo. E i tempi per le nostre aziende sono stretti: serve una forte programmazione e bisogna capire come si evolve il mercato”. 

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