17 Settembre 2019
Pomodoro, Coldiretti Mantova: stagione in chiaroscuro, rese scarse, buona qualità

A Mantova seminati oltre 3.700 ettari in provincia, quasi la metà del totale lombardo

Una stagione in chiaroscuro per il pomodoro, la cui raccolta è ancora in corso e – a causa di semine ritardate per il maltempo di aprile e maggio – dovrebbe protrarsi almeno fino all’inizio di ottobre, informa Coldiretti Mantova. In provincia di Mantova sono stati seminati nel 2019 oltre 3.700 ettari con l’oro rosso (quasi la metà delle superfici lombarde), che rimane un ingrediente fondamentale per paste, passate e pizza.

“La produzione è buona, con rese per ettaro che sono arrivate anche agli 850.900 quintali – dichiara Antonio Paganini di Piubega, 300 ettari fra conduzione propria e in conto terzi -. Facciamo parte di un gruppo di agricoltori che commercializza complessivamente 250mila quintali nell’area dell’Alto e Medio Mantovano, con un contratto che stabilisce un prezzo minimo garantito. La stagione ha dato risultati a macchia di leopardo e sembra che alle industrie del Nord Italia verrà a mancare circa il 20%-25% di prodotto, ma la qualità è mediamente buona. Avremmo sperato in prezzi rivisti al rialzo, stante appunto la carenza di materia prima”.

Ne avrà ancora per una decina di giorni Marco Zardi, che coltiva 70 ettari di pomodoro, estendendosi fino al Reggiano. “La qualità non è male, a dispetto di una stagione che è partita male per un clima impazzito – spiega -. Alla vigilia del raccolto siamo stati colpiti da una bomba d’acqua che ha fatto cadere in due round 130 millimetri di acqua, compromettendo una parte del prodotto. Indicativamente la resa è stata inferiore del 20% rispetto alla media”.

Anche Zardi parla di prezzo di conferimento da migliorare per assicurare una giusta remunerazione ai coltivatori. “Siamo al di sotto di un euro al quintale, tendenzialmente – osserva -. Da un pagamento medio intorno agli 8,30 euro al quintali dovremmo arrivare sui 9,20-9,30 euro, anche perché sembra che man chi pomodoro da lavorare”.

Guido Cecchin coltiva direttamente e per conto terzi oltre 110 ettari a pomodoro e tratteggia una stagione – ancora in fase di completamento – a macchia di leopardo, “ma con una qualità buona, anche la quantità non è stata eccessiva”.

Solamente la fase centrale della raccolta ha regalato un raccolto abbondante, “fino a 900 quintali per ettaro e con una qualità superiore; le varietà precoci non hanno superato i 600 quintali e quelle tardive arrivano al massimo a 700 quintali”.

Il meteo della stagione è stato penalizzante. “Maggio ha fatto slittare tutti i piani di semina – ammette Cecchin – al punto che gli ultimi trapianti di pomodoro che abbiamo fatto sono arrivati al 18 giugno. Il quadro complessivo, però, rimane moderatamente positivo”.

Il comparto del pomodoro mette in moto, in Italia, una filiera di eccellenza del made in Italy che coinvolge circa 7.000 imprese agricole, oltre 90 imprese di trasformazione e 10.000 addetti, con un export vicino a 2 miliardi di euro di derivati del pomodoro in tutto il mondo.

L’Italia è il secondo produttore mondiale di pomodoro dopo la California e prima della Cina, ma ha il primato dell’Unione Europea davanti a Spagna e Portogallo. Secondo le stime di Coldiretti oggi in Italia si consumano conserve di pomodoro per circa 30 chili a testa all’anno a casa, al ristorante o in pizzeria.

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