E adesso andiamo a vedere da dove arriva l’impatto dell’azoto sui terreni, visto che è stato sottovalutato il ruolo degli scarichi civili e di quelli industriali: questo il commento della Coldiretti Lombardia dopo che il Comitato Nitrati della Commissione Europea ha approvato di alzare da 170 a 250 chilogrammi la quantità di concime organico utilizzabile per ettaro in Lombardia, Emilia Romagna, Piemonte e Veneto.
“E’ solo un primo passo che porta un po’ di sollievo alle stalle che rischiavano la chiusura, ma non risolve il problema – afferma Nino Andena, Presidente della Coldiretti Lombardia – bisogna arrivare a una riscrittura completa della Direttiva perché la situazione è diversa rispetto a quanto considerato fino a oggi dalla Ue”. Per questo, in collaborazione con Ministero delle Politiche Agricole e Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca dell’ambiente), sono stati avviati studi per una nuova delimitazione delle aree vulnerabili e per una suddivisione dei vincoli sui nitrati anche con le industrie e gli scarichi delle zone residenziali.
Tanto per fare un esempio – spiega la Coldiretti Lombardia - le rilevazioni Arpa fra il 2002 e il 2008 indicano una situazione buona rispetto ai livelli Ue di riferimento, mentre per quanto riguarda i sistemi di depurazione urbana la verifica sull’azoto nei reflui degli scarichi di tali impianti ha evidenziato come su 1.058 campioni ce ne siano 197 (il 18,62%) che hanno superato il limite di concentrazione rispetto ai parametri del testo unico ambientale. E’ evidente – conclude la Coldiretti Lombardia – che la quantità di nitrati dipende anche dall’impatto di industrie e centri urbani.