13 Dicembre 2016
In arrivo Italico, il suino nato e allevato in Italia

Suini nati e allevati in Italia, nella filiera del Consorzio del Prosciutto San Daniele Dop. Sta per partire “Italico”, progetto che ha come obiettivo la valorizzazione di tutta la carcassa del suino, a partire dai lombi (non solo le cosce per i prosciutti), indicandone l’origine, il rispetto del benessere animale, l’utilizzo responsabile dei farmaci e il rispetto dell’ambiente.

Lunedì 5 dicembre, a Leno, in provincia di Brescia, l’incontro di presentazione promosso da Coldiretti, che ha coinvolto gli allevatori di suini del nord Italia. Il progetto, fortemente sostenuto da Coldiretti, è in collaborazione col Consorzio del Prosciutto San Daniele,l’Istituto Zooprofilattico della Lombardia e dell’Emilia, di Brescia, l’INEQ del Friuli l’ANAS (Associazione Nazionale Allevatori Suini).

L’idea è condivisa dagli allevatori e dai produttori di prosciutti e verranno coinvolte la grande distribuzione e la grande distribuzione organizzata per chiudere la filiera. E’ la prima volta che la carne fresca ha un nome commerciale. Gli allevatori che hanno aderito e che aderiranno lo faranno su base volontaria, rispettando disciplinare del San Daniele. All’allevatore sarà chiesto di accettare una scommessa, di avere fiducia, perché al momento non c’è certezza di guadagnare di più, ma si stanno gettando le basi per un allevamento che ha un forte legame col territorio e distinzione qualitativa, che sono caratteristiche imprescindibili per il futuro della suinicoltura italiana.

Se gli allevatori si appiattiranno sulla suinicoltura europea non saranno, infatti, in grado di sopravvivere. E bisogna, invece, invertire la tendenza degli ultimi due anni, dove in Lombardia ha chiuso oltre il 20% delle scrofaie.

“Con Italico  - ha spiegato il Presidente di Coldiretti Lombardia Ettore Prandini – abbiamo tracciato la filiera trasparente del suino italiano, creando un’etichetta chiara e ben comprensibile a tutti i consumatori;  si tratta di un progetto da utilizzare come esempio per tutti i programmi economici che andremo a realizzare tenendo sempre ben presente l’importanza della valorizzazione dell’intera filiera”.

Tra gli allevatori mantovani che hanno aderito da subito a "Italico" c'è Claudio Veronesi, membro Cun: “E’ un progetto che finalmente consentirà al consumatore di conoscere da dove arriva la carne che mangia. Partiremo con il lombo, che dopo la coscia è la parte più richiesta, ma l’intento è di arrivare a identificare tutta la carne. E’ necessario precisare, infatti,  che la suinicoltura italiana copre soltanto il 60% del fabbisogno, e che il resto arriva dall'estero, senza identificazione. E la carne italiana è più controllata, oltre che più gustosa, di quella straniera”.

All’incontro di Leno è intervenuto, tra gli altri, l’Assessore allo Sviluppo Economico con delega al Commercio e Consumatori della Regione Lombardia, Mauro Parolini, che ha sottolineto l’importanza per il consumatore del rapporto qualità  prezzo. Parolini si è dichiarato disponibile a convocare un Tavolo con la GDO per valorizzare in termini economici il progetto. La riunione si è conclusa, inoltre, con la comunicazione che la UE, per la prima volta, nel 2017 veicolerà fondi destinati a valorizzare le scrofaie.

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