6 Settembre 2018
Economia circolare ed etica per la “nuova agricoltura” di Coldiretti Mantova

 
Economia circolare ed etica per la “nuova agricoltura” di Coldiretti Mantova
Carra: un modello sostenibile può portare 1 miliardi di euro sul territorio entro il 2030 

Un’altra agricoltura è possibile. Reddito e sostenibilità possono crescere insieme, a patto che gli agricoltori si adoperino per coniugare insieme produttività, competitività, rispetto dell’ambiente, delle risorse idriche, tutela dei suoli a modelli produttivi incentrati sull’economia circolare, in cui scarti e sottoprodotti possono svolgere una nuova funzione. Così Coldiretti Mantova, in una sala gremita, porta alla Millenaria di Gonzaga la nuova agricoltura, che dall’economia lineare si tramuta in economia circolare, in bioeconomia, in agricoltura verde. Il tutto unito a un’etica che supera una visione meramente economico-finanziaria e guarda alla dignità delle imprese, alla crescita della società e alla ricchezza del territorio.
“È dovere dell’associazione promuovere incontri mirati a creare una nuova agricoltura – ha detto ieri sera il presidente di Coldiretti Mantova, Paolo Carra – con percorsi attenti all’ambiente, alle risorse idriche, alla tutela del suolo da un suo depauperamento o da un consumo ostinato”.
Economia circolare e bioeconomia porteranno nuova ricchezza sul territorio, nell’ordine di un miliardo di euro da qui al 2030”.
Nell’ambito dell’economia circolare e di un’agricoltura più “smart” e più verde, “nella prossima programmazione della Pac”, ha ricordato il direttore di Coldiretti Mantova, Erminia Comencini, “proprio pochi giorni fa all’Università di Wageningen il commissario europeo all’Agricoltura, Phil Hogan, ha annunciato che metterà a disposizione 10 miliardi di euro. La speranza è che, accanto a tali risorse, non si vadano a tagliare i fondi e non si esasperi un modello di convergenza che risulterebbe assai penalizzante per gli agricoltori della Vecchia Europa, Lombardia compresa”.
Le nuove frontiere dell’agricoltura, della lotta allo spreco, della valorizzazione dei sottoprodotti sono alla portata di tutti gli agricoltori, che inevitabilmente saranno chiamati a unire i propri sforzi con modelli di cooperazione.
“Noi agricoltori conosciamo bene concetto di economia circolare, perché in campagna le esigenze del ciclo produttivo hanno sempre suggerito di non sprecare, reinvestire, recuperare – ha spiegato, anche attraverso un excursus legislativo comunitario, il prof. Stefano Masini, capo Area Ambiente e Territorio di Coldiretti -. Il nostro modello di sostenibilità parte dalla volontà di assumere collettivamente la responsabilità e sostenere un’agricoltura più verde, in modo da adottare un modello responsabile. Agricoltura e zootecnia di precisione, biogas, biometano e filiera corta vanno in questa direzione”. Con un’avvertenza: “Parliamo di crescita anche nella diversificazione e nel riutilizzo, non di decrescita felice”.
Nel corso della serata è intervenuta Maria Elena Chiesa, per illustrare i progetti dell’azienda di famiglia a Canneto sull’Oglio, che dalla zootecnia da latte ha sposato la multifunzione e l’economia circolare, con una stalla con 700 bovini da carne, 250 ettari in conduzione, un biogas da 1 megawatt che nei progetti futuri alimenterà i camion aziendali per il trasporto per conto terzi. Poi c’è il progetto europeo “Biocopac” per realizzare una biovernice ottenuta dagli scarti del pomodoro.
“In Italia la bioeconomia vale 260 miliardi di euro all’anno – ha detto il prof. Fabio Fava, ordinario di Biotecnologie industriali e ambientali presso la Scuola di Ingegneria e Architettura dell’Università di Bologna e rappresentante nazionale per la Bioeconomia presso la Commissione europea – e può crescere del 20% entro il 2030. Servono però sistemi più efficienti, perché il 30-50% della materia prima non diventa cibo ed è scarto o sottoprodotto, che può essere valorizzato”.
La strada sarà quella di coniugare reddito ed etica. “In questo contesto si inserisce l’impegno di Coldiretti nel sostenere l’importanza della sicurezza ambientale, alimentare e della produzione locale e questo avviene facendo incontrare l’agroalimentare con l’agroindustriale, ad esempio nella Filiera Italia”, ha detto mons. Paolo Bonetti, consigliere ecclesiastico di Coldiretti. 
 

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