18 Novembre 2011
Analisi dell’annata agraria

COLDIRETTI: “ANNATA AGRARIA POSITIVA, MA L’USCITA DA QUESTA LUNGA CRISI E’ ANCORA FATICOSA”
L’11 novembre, giornata di San Martino, quando le tradizioni avevano maggiore importanza rispetto a oggi, coincideva con l’inizio della nuova annata agraria ed era l’occasione per tirare le somme dei sacrifici e delle speranze di un anno di lavoro nelle campagne. In vista della Giornata del ringraziamento che si terrà domenica prossima alla Santuario delle Grazie Coldiretti fa un primo bilancio dei principali comparti dell’agricoltura provinciale.
Per il Presidente Zani si tratta di “un’annata tutto sommato positiva sul fronte dei prezzi a cui ha fatto da contraltare una situazione metereologica difficile che ha portato, da un lato, ad una riduzione delle rese produttive e, dall’altro, unitamente  ad una poco felice congiuntura di mercato, ha contribuito ad incrementare i costi di produzione impedendo, di fatto, di ottenere  risultati reddituali in linea con le legittime aspettative delle imprese”.
“Malgrado questo - continua Zani - si segnala, per il comparto agricolo mantovano, un trend positivo che, continuando le buone performances della scorsa annata, permette agli agricoltori di poter essere moderatamente ottimisti dopo anni di forti difficoltà. Anche settori in cui la crisi sembrava essere di difficile soluzione hanno dimostrato durante il 2011 segnali, seppur timidi, di ripresa come i suini e gli avicoli”.
“Forti difficoltà invece si sono registrate per le produzioni frutticole settore per il quale, il 2011, si pone dal punto di vista dei prezzi come la peggior annata degli ultimi 20 anni”.
Per il numero uno della Coldiretti mantovana “diverse sono ancora le questioni aperte che, durante il 2012, sarà necessario affrontare e risolvere  al fine di consentire al settore agroalimentare mantovano una coerente crescita: sarà essenziale portare a conclusione l’annosa vicenda relativa alla direttiva nitrati dove l’ottenimento  della deroga è solo un primo tassello per giungere ad una reimpostazione delle norme partendo dal presupposto ormai certo ed incontrovertibile che l’agricoltura non è la sola causa dell’inquinamento da nitrati; il prossimo anno diventerà inoltre fondamentale nella discussione della Riforma della PAC che  accompagnerà l’agricoltura mantovana fino al 2019 date le pesanti ricadute che questa avrà sull’economia della nostra provincia; il prossimo, sarà inoltre, un anno importante sul fronte dello sviluppo di politiche collegate alla valorizzazione e alla difesa del Made in Italy agroalimentare e dell’identità territoriale delle produzioni della nostra provincia, garantendo in tal modo un’equa redditività alle imprese; infine vorremmo che, il 2012, diventasse l’anno di svolta per la sburocratizzazione e la semplificazione amministrativa, eliminando tutte quelle inefficienze e ritardi non più giustificabili dalle imprese per le quali la velocità ad innovare diventa elemento strategico di crescita”.
MAIS - Produzioni unitarie in calo per effetto dell’andamento climatico avverso che ha inciso sui costi di produzione della coltura a causa dell’aumento dei costi collegati all’irrigazione. Prezzi in deciso aumento fino ad agosto con punte del 40% in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno frutto più delle speculazioni internazionali che di reali logiche di mercato. Da Settembre si è registrato un calo del 20% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, attestandosi su valori di 188 € a tonnellata. La superficie coltivata in provincia di Mantova è aumentata del 14% rispetto al 2010.
FRUMENTO - Anche per tale cereale, durante tutto il 2011, si sono registrate forti impennate di prezzo dovute alla speculazione sui mercati internazionali basti pensare che a febbraio veniva quotato a 294 €/ton per riposizionarsi sui 144 € /ton nei mesi successivi.  Attualmente il prezzo medio si attesta sui 209 €/ton registrando un -8% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Nel 2011 si è assistito, come avvenuto per il mais, un generalizzato calo delle produzioni unitarie, -8% rispetto al 2010, oltre che una sostanziale riduzione di superficie investita per effetto delle piogge che hanno reso difficoltose le semine autunnali facendo registrare una riduzione del 14% per il frumento e ben del 54% per il grano duro, per effetto in questo caso, anche di scelte legate alla convenienza economica della coltura.
SOIA - le quotazioni della soia si sono mantenute pressoché costanti oscillando tra i 350 e 450€/ton fino a settembre. A partire dalla metà di settembre si è assistito  ad una diminuzione del prezzo che attualmente si attesta sui 342€/ton facendo registrare un -6,5% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. La coltura in primo raccolto è stata penalizzata da un decorso meteorologico non favorevole con riduzioni di produzione fino anche al 50%. Migliore la situazione produttiva per la soia in secondo raccolto la cui produzione si è mantenuta in linea con le produzioni degli scorsi anni. Superfici in crescita in provincia con un aumento del 34% rispetto allo scorso anno.
ORTOFRUTTA - il comparto orticolo subisce ancora le pesanti ripercussioni relative alla vicenda dell’Escherichia coli tedesco, in conseguenza del quale i consumi hanno fatto molta fatica a normalizzarsi. Per le pesche e le pere, il 2011, si chiude come la peggior annata degli ultimi anni; pur in presenza di buone produzioni e ottima qualità, i prezzi alla produzione si sono tenuti al di sotto dei costi produttivi tanto che in certi casi non è convenuto nemmeno raccogliere. Buona la situazione per i meloni per quanto riguarda la produzione e la qualità; per quanto riguarda i prezzi la campagna è iniziata positivamente,  si è registrata una riduzione delle quotazioni nella fase centrale per poi riprendersi nella fase finale della campagna. Da evidenziare in questo comparto la necessità da parte delle imprese di aumentare la capacità di commercializzazione, anche in virtù del prossimo ottenimento della certificazione IGP . Produzioni in crescita anche per le angurie con prezzi negativi nella prima fase di produzione, via via crescenti nella seconda fase.
UVA - la produzione, per effetto delle avverse condizioni climatiche, ha segnato riduzioni che vanno dal 10 al 20% specialmente nella zona collinare: per contro si registra un aumento della qualità delle uve che fa ben sperare nella qualità del vino.
LATTIERO CASEARI - è continuato anche nel 2011 il trend positivo del prezzo dei formaggi dop prodotti nella nostra provincia. Il Grana Padano, per prodotto di stagionatura 9 mesi ha spuntato, nel 2011, quotazioni medie superiori del 23% rispetto al 2010, mentre per prodotto con stagionatura 12 mesi la quotazione è stata del 17% superiore allo scorso anno. Il Parmigiano Reggiano ha registrato mediamente quotazioni superiori del 22% per prodotto con stagionatura 12 mesi, mentre per prodotto stagionato 24 mesi l’aumento del prezzo è stato del 19%. Ciò che preoccupa è la crescita delle produzioni che potrebbe comportare, per la logica domanda e offerta, un possibile futuro detrimento dei prezzi. Il Grana Padano nel 2011 rispetto al 2010 è cresciuto in generale del 6,5% mentre a Mantova del 5,3% mentre il Parmigiano Reggiano è cresciuto in generale del 6,8% con una punta del 9,6% a Mantova.
BOVINI - nel 2011 il patrimonio non subisce sostanziali riduzioni eccezion fatta per gli allevamenti a carne bianca che si riducono costantemente segno della difficoltà del settore. Sul fronte dei prezzi le quotazioni sono state all’insegna della stabilità fino a settembre con una leggera ripresa nel periodo seguente.
SUINI - i prezzi nella seconda parte di quest’anno sono stati in timida ma costante crescita dando respiro agli allevatori dopo anni di profonda crisi del settore anche se serve ancora molto per recuperare le perdite patite gli scorsi anni.
AVICOLI - annata sostanzialmente positiva sia per le carni che per le uova. Continua la riduzione, anche se in piccola percentuale, del patrimonio per effetto dell’applicazione della normativa sul benessere degli animali.
AGRITURISMO - malgrado la generale crisi che ha fortemente ridimensionato la capacità di spesa del consumatore, il settore agrituristico ha tenuto, forte anche del buon rapporto qualità prezzo del servizio. Certo non siamo ai numeri registrati negli scorsi anni, ma gli operatori si dicono moderatamente soddisfatti.

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