Il settore del vino è in allarme per la proposta contenuta nel Documento di lavoro dei servizi della Commissione dell’esecutivo comunitario di apporre delle scritte sulle bottiglie per scoraggiare i consumi, oltre ad aumentare la tassazione. Coldiretti e Filiera Italia sono pronte e scendere in piazza e chiedono che la Commissione europea elimini dal proprio documento di lavoro e non includa nel futuro Piano europeo di lotta contro il cancro, l’introduzione di etichette sanitarie allarmistiche e fuorvianti come anche l’ipotesi di nuove tassazioni ingiustificate sul vino.
Lo scenario mantovano. “In questa fase l’export sta tirando e sta crescendo l’attenzione degli operatori non solo nei confronti dei mercati storici, dall’Europa agli Stati Uniti, ma anche verso nuovi mercati, dalla Cina al Sud-Est Asiatico, dall’India al Pakistan fino all’Oceania”, dichiara Andrea Virgili, viticoltore di Coldiretti Mantova e presidente del Consorzio Vini Mantovani.
I consumi interni, invece, stanno viaggiando a velocità diverse. “In questa fase le vendite nel settore Horeca sono in flessione, con cali anche del 30-40%, mentre le vendite alla Gdo stanno tenendo – prosegue Virgili -. Bianchi e spumanti hanno un mercato positivo, così come il Lambrusco, per restare su un prodotto del territorio. Sono in maggiore sofferenza i rossi ad elevata gradazione alcolica, dall’Amarone alle riserve del Chianti, così come in parte anche Barolo e Barbaresco”.
Gli agriturismi. Le nuove norme del Codice della Strada hanno influito sulle vendite? In qualche caso sì, a sentire alcuni operatori agrituristici. C’è maggiore prudenza a tavola, per timore di incorrere in sanzioni e ritiri della patente, ma è difficile ad oggi fare delle stime, perché l’avvio della stagione 2025 dell’ospitalità rurale entrerà nel vivo dalla seconda metà di marzo e per il fatto che fisiologicamente i mesi di gennaio e febbraio per il settore Horeca registrano tendenze in frenata. Ma non per tutti è così e c’è anche chi non ha finora rilevato delle flessioni nei consumi di vini in agriturismo durante i pasti.
Virgili invita il mondo della ristorazione e dell’ospitalità rurale ad aiutare gli avventori in questa fase di incertezza ad orientarsi, “perché a volte c’è molto timore a consumare vino e alcolici, anche con moderazione; per questo potrebbe aiutare la stampa della tabella alcolometrica, che in base al sesso, al peso corporeo, alla gradazione alcolica e al cibo consumato permette di calcolare il rispetto dei limiti”.
Il vino dealcolato. Nelle scorse settimane sono state pubblicate le disposizioni nazionali di attuazione del decreto approvato in Conferenza Stato-Regioni che consentono la produzione in Italia dei vini dealcolati. Si tratta – informa Coldiretti Mantova - di vini senz’alcol o a basso tenore alcolico, già regolamentati in altri Paesi europei. Ora, si legge nel decreto, “è possibile ridurre parzialmente o totalmente il tenore alcolico dei vini, dei vini spumanti, dei vini spumanti di qualità, dei vini spumanti di qualità di tipo aromatico, dei vini spumanti gassificati, dei vini frizzanti e dei vini frizzanti gassificati”. In Italia il processo di dealcolazione, totale e/o parziale, non potrà essere eseguito per le categorie di prodotti vitivinicoli a denominazione di origine protetta ed indicazione geografica protetta.
“Vi sono dei vincoli da rispettare, ad esempio non è possibile effettuare il processo di dealcolazione negli stessi locali della cantina o in locali confinanti – spiega Virgili -. Per alcune tipologie di prodotto la soluzione potrebbe essere interessante e noi stessi come azienda stiamo valutando se si tratta di un’opzione percorribile”.