No al fondo unico e a un’Europa autoritaria che spegne la democrazia, il cibo, la salute e la sicurezza alimentare
I giovani agricoltori lombardi scendono in piazza con Coldiretti per denunciare il tentativo dei tecnocrati europei, guidati da Ursula Von der Leyen, di distruggere l’agricoltura, la produzione di cibo e la sicurezza alimentare in Europa, mettendo a rischio le fondamenta stesse della democrazia. Fra loro, anche una delegazione di agricoltori e allevatori mantovani, in manifestazione insieme al segretario provinciale di Coldiretti Giovani, Fabio Malavasi.
Con un messaggio chiaro “Abbiamo bisogno dell’Europa come il pane, ma questa non è l’Europa che vogliamo”, Coldiretti ha dato vita ad un’azione coordinata da Bruxelles a Roma, per dare il benvenuto a “Vonderland”, una landa autocratica che vede un’Europa sempre più distante dalla realtà, dai cittadini e dalla terra.
L’iniziativa ha coinvolto centinaia di giovani agricoltori di Coldiretti: la delegazione di Coldiretti Lombardia era presente a Bruxelles insieme, tra gli altri, al presidente nazionale di Coldiretti Ettore Prandini, al presidente nazionale di Coldiretti Giovani Enrico Parisi, alla responsabile nazionale di Coldiretti Donne Mariafrancesca Serra, alla presidente di Campagna Amica Dominga Cotarella.
“Facciamo sentire la nostra voce per difendere il nostro futuro e quello dell’Europa – commenta Giovanni Bellei, allevatore mantovano e delegato giovani Coldiretti Lombardia –. Abbiamo bisogno dell’Europa, ma non di un’Europa che mette in pericolo la nostra capacità produttiva e la nostra sicurezza alimentare tagliando risorse all’agricoltura, che non ritiene necessario pretendere il principio di reciprocità negli scambi commerciali, che impone norme sganciate dalla realtà o procedure burocratiche soffocanti”.
Le voci degli agricoltori mantovani. Diego Foroni, 22 anni, allevatore di bovini da carne in un’azienda agricola multifunzionale, produce energia da un impianto di biogas. “Grazie a Coldiretti sono venuto a Bruxelles per fare sentire ad una Europa sorda la voce dei giovani agricoltori – afferma Foroni -. Il settore della carne rossa è in crisi a causa di epizoozie, volatilità del mercato e costi di approvvigionamento alle stelle: il taglio dei contributi Pac comporterebbe enormi danni ad un settore già in ginocchio. L’Unione europea deve sostenere il mondo agricolo e favorire una transizione verde intelligente, finanziando le energie rinnovabili e gli impianti a biogas e biometano, strategici perché consentono di valorizzare i reflui zootecnici e i sottoprodotti di origine agricola, assicurando lo sviluppo economico del territorio rurale”.
Daniele Paolucci, 28 anni, imprenditore agricolo di Castiglione delle Stiviere, con una cantina che produce vini naturali e un marcato orientamento al sociale. “Ho scelto di diventare coltivatore diretto per passione, dopo alcuni anni di lavoro nel pubblico e nel privato – dichiara -. Un passo alla volta sono cresciuto, con la ferma volontà di dare un contributo solido a questo settore. Vorrei ora investire per diventare più efficiente e migliorare la mia competitività, magari investendo nel campo delle attività connesse, come agriturismo o enoturismo, ma con i tagli ai fondi europei che sembrano concretizzarsi tutto questo è fortemente messo in discussione. Il mio impegno per il futuro c'è, ma serve che anche l’Europa voglia bene a sé stessa ed intervenga subito per il presente e per il futuro e che quanto necessario per l’agricoltura venga fatto ora, nell’interesse di tutta la collettività”.
Lorenzo Ottoni, 25 anni, allevatore di bovini da carne e conigli ad Asola: “Oggi partecipo alla manifestazione di Coldiretti a Bruxelles perché se dovesse diminuire la dote della Pac o se le risorse dovessero essere messe in un Fondo unico sarebbe una grande perdita per la mia azienda agricola, dal momento che in questi anni ho investito, ammodernato le strutture, sviluppato progetti all’insegna della multifunzione grazie alle risorse della Politica agricola comune. In caso di tagli alla Pac si bloccherebbero gli investimenti di oggi, e domani non saremmo più sul mercato, non avendo adeguatamente sostenuto gli sforzi verso sostenibilità e innovazione”.
Striscioni a Roma e Bruxelles. I giovani Coldiretti hanno esposto striscioni raffiguranti Ursula Von der Leyen nella sua “Vonderland” appunto, accompagnati da messaggi chiari come: “Non spegnere la democrazia!”, “Non spegnere la salute”, “Non spegnere l’agricoltura”, sempre più minacciata da una Commissione Europea che ignora sistematicamente le scelte del Parlamento europeo e agisce senza confronto democratico. Gli striscioni, oltre ad essere stati esposti dal palazzo di Farm Europe a Bruxelles a pochi passi da quello di Berlaymont sede della Commissione Europea, sono stati alzati in cielo anche in alcuni luoghi iconici di Roma come il Colosseo, Fontana di Trevi e Piazza Navona, e con valore anche politico come il Senato.
Una protesta che arriva a pochi giorni dall'annuncio della stangata sui dazi che vede ancora una volta la Von der Leyen indiziata numero uno di un immobilismo che sta affossando l'economia europea con rischi ora per l'agricoltura dieci volte più gravi dei danni che potrebbero causare i dazi di Trump. Questi potrebbero essere gli effetti delle nuove proposte di bilancio che la Commissione presenterà domani, a partire da un fondo unico tra politiche di coesione e politica agricola. Per la prima volta dal 1962 l’Europa non avrebbe più un budget destinato con chiarezza al sostegno della produzione di cibo e alla sicurezza degli approvvigionamenti alimentari.
Il presidente nazionale di Coldiretti. “Siamo scesi in piazza perché è in gioco molto più del nostro futuro: è in gioco la democrazia e la stessa idea di Europa – dichiara da Bruxelles il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini –. Di fronte all’arroganza di una burocrazia europea che, sotto la guida della presidente Von der Leyen, calpesta ogni giorno il lavoro degli agricoltori e ignora sistematicamente la volontà dei cittadini. Un’Europa che toglie risorse alla produzione di cibo per destinarle al riarmo, che apre le porte a prodotti stranieri privi di garanzie, che firma accordi senza reciprocità e impone regolamenti scollegati dalla realtà agricola. Questa non è l’Europa che vogliamo. Un'Europa che in questo momento si ritrova a trattare con la minaccia di dazi Usa al 30% figli di un'incapacità della Von der Leyen di negoziare in prima persona e di difendere la nostra economia. Ennesimo tassello di una politica economica e produttiva totalmente fallimentare, che sta facendo chiudere interi settori europei, avvantaggiando paesi come la Cina. Oggi gli agricoltori non chiedono privilegi, ma rispetto: per chi ogni giorno garantisce sicurezza alimentare, tutela dell’ambiente e presidio del territorio. Non accetteremo più decisioni imposte dalla Presidente, senza confronto, senza ascolto, senza dignità”.
Il segretario generale di Coldiretti. “Lo diceva Sant’Agostino: la speranza ha due figli, lo sdegno e il coraggio. E oggi è il tempo di entrambi – afferma da Roma il segretario generale di Coldiretti, Vincenzo Gesmundo –. Sdegno per un’Europa tradita da chi, come Ursula von der Leyen, pretende di governarla ignorando le posizioni del Parlamento, degli Stati membri e dei suoi stessi Commissari. Facendo scelte che vanno contro le esigenze dei cittadini e delle imprese. Coraggio, perché dobbiamo fermare chi vuole smantellare la Politica Agricola Comune per finanziare i carri armati al posto del pane. Una tecnocrazia cieca e arrogante, chiusa nei palazzi della Commissione, sta stravolgendo lo spirito originario dell’Unione, nata per unire i popoli e non per opprimerli. Ma noi non ci stiamo: senza agricoltura non c’è sovranità, senza cibo non c’è pace, c’è solo guerra. Coldiretti si mobilita per difendere il cuore dell’Europa vera: quella delle campagne, del lavoro, delle comunità. Non possiamo lasciare che l’Europa si trasformi in Vonderland. E ricordiamo a tutti: contro i contadini non si governa!”.