Scarsa disponibilità e alta qualità delle produzioni e una domanda che si mantiene elevata. Eppure, i prezzi rilevati in Borsa merci a Mantova non salgono e, anzi, per ora sono al di sotto di quelli reali del mercato. Malumori nella commissione camerale “Foraggi e paglia”, dove Vittorio Valente e Giovanni Pacchioni, rappresentanti dei produttori in quota Coldiretti Mantova, evidenziano un corto circuito dei listini che penalizza da un lato gli agricoltori che vendono paglia ed erba medica e, parallelamente, rischiano di non soddisfare nemmeno la domanda degli allevatori che impiegano i foraggi e la medica per l’alimentazione del bestiame e la paglia per le cuccette.

“Il nodo riguarda la rilevazione dei prezzi, i quali non corrispondono all’effettivo andamento del mercato – spiega Vittorio Valente -. I commercianti puntano a fissare mercuriali che sono al di sotto dei reali prezzi di mercato per poi vendere la merce agli allevatori ad una cifra più elevata. È comprensibile che ogni anello della catena di approvvigionamento debba poter guadagnare, ma se i listini in Borsa merci fossero un po’ più alti, rispecchiando peraltro il trend effettivo delle compravendite, avrebbe un vantaggio anche l’agricoltore fornitore del prodotto, mentre l’allevatore non subirebbe alcun rincaro, essendo gli attuali prezzi di acquisto già elevati e in grado di assicurare una buona remunerazione anche ai commercianti”.

In proiezione, gli operatori della parte agricola temono che dinamiche analoghe potranno intervenire anche nella definizione dei listini dei trinciati fra due o tre settimane, quando nelle campagne mantovane comincerà la disponibilità del trinciato di mais e si avvieranno le quotazioni in Borsa merci.

“Serve un maggiore equilibrio fra le parti, tenendo conto della domanda e dell’offerta e applicando dinamiche di mercato etiche, che non siano penalizzanti né per gli agricoltori che vendono né per gli allevatori che acquistano”, afferma Pacchioni.