Il Presidente Mantovani: più sicurezza alimentare, meno burocrazia, reciprocità alle frontiere
Sono oltre 400 gli agricoltori di Coldiretti Mantova che ieri e oggi hanno presidiato il valico del Brennero, accompagnati dal direttore Erminia Comencini, per partecipare alla mobilitazione #nofakeinitaly promossa dalla Coldiretti, che grazie alle operazioni delle forze dell’ordine hanno verificato per due giorni il contenuto di tir, camion frigo, autobotti.
Parallelamente, Coldiretti si mobiliterà per raccogliere un milione di firme per dire basta ai cibi importati e camuffati come italiani e difendere la salute dei cittadini e il reddito degli agricoltori. L’obiettivo è delineare una proposta di legge europea di iniziativa popolare sulla trasparenza di quanto portiamo in tavola, estendendo l’obbligo dell’indicazione di origine in etichetta a tutti i prodotti alimentari in commercio nell’Ue.
La campagna potrà essere sostenuta firmando in tutti i mercati contadini di Campagna Amica e negli uffici Coldiretti e sarà promossa anche sui social media con l’hashtag #nofakeinitaly.
“Chiediamo innanzitutto la revisione del criterio dell’ultima trasformazione del Codice doganale dell’Unione e del luogo di provenienza, che permette di vendere come italiano, magari con il nome ‘nostrano’ o ‘di fattoria’ un prosciutto fatto con cosce di maiale provenienti dall’estero – afferma il presidente di Coldiretti Mantova, Fabio Mantovani -. Serve poi insistere sul principio di reciprocità, in una situazione dove dalle frontiere entrano prodotti per proibire l'importazione di cibo trattato con sostanze e metodi vietati in Europa, che non rispettano le stesse normative comunitarie in fatto di sicurezza alimentare, tutela dell’ambiente e del lavoro”.
Comportamenti che, per Coldiretti Mantova, si traducono in una concorrenza sleale che danneggia gli agricoltori europei peraltro sottoposti a regolamenti e vincoli spesso fuori dalla realtà. Secondo uno studio dell’Università di Wageningen citato da Coldiretti, l’Europa rischia di perdere fino al 20% della sua produzione alimentare, con punte del 30% per alcuni settori, a causa delle regole troppo stringenti, con l’effetto di rendere il Vecchio Continente sempre più dipendente dalle importazioni dall’estero.
Maggiore produttività, stop a insensate politiche all’insegna dell’estremismo green e via al percorso di semplificazione della Politica agricola comune per alleggerire gli adempimenti a carico delle aziende. Un primo passo che va ora rafforzato, considerato che oggi un agricoltore spende un terzo del suo tempo per riempire moduli e carte burocratiche.
“Al prossimo Esecutivo dell’Unione europea chiediamo mercati equi e trasparenti, incentivando gli accordi di filiera e vietando la vendita sotto i costi di produzione – prosegue Mantovani – ma anche di incrementare i fondi Pac per assicurare l’autonomia alimentare dei cittadini europei e favorire il ricambio generazionale, riconoscendo e sostenendo il ruolo degli agricoltori come custodi degli ecosistemi e della biodiversità”.