21 Settembre 2011
IMMIGRATI: ISTAT; COLDIRETTI, NEI CAMPI 1 SU 10 E’ STRANIERO

IMMIGRATI: ISTAT; COLDIRETTI, NEI CAMPI 1 SU 10 E’ STRANIERO
Ghanesi per le mele in Trentino, polacchi le uve del prosecco e indiani nelle stalle
 
E’ straniero quasi un lavoratore su dieci impegnato nelle campagne dove la presenza degli immigrati è diventata indispensabile per le grandi produzioni di qualità del Made in Italy come la raccolta delle mele in Trentino alla quale collaborano i ghanesi, delle uve del prosecco in Veneto con i polacchi o la mungitura del latte nelle stalle del grana padano. E’ quanto afferma la Coldiretti che, nel commentare i dati Istat sulla presenza degli immigrati, sottolinea che questi lavoratori sono impegnati soprattutto nello svolgimento della generalità delle lavorazioni stagionali  e per le grandi campagne di raccolta delle principali produzioni Made in Italy: dalla frutta alla verdura, dai fiori al vino, ma anche negli allevamenti dove a svolgere l'attività di “bergamini” sono soprattutto gli indiani. Le nazionalità di extracomunitari piu' presenti sono nell'ordine Albania (15792), Marocco (15591) e appunto india (15374) dalla quale si sono registrati i tassi di crescita piu’ elevati. La vendemmia 2011 in Italia è ad esempio salva - sottolinea la Coldiretti - anche grazie all’impegno di 30mila lavoratori stranieri che garantiscono la raccolta delle uve destinate ai piu’ pregiati vini di qualità dal Brunello di Montalcino al Barbaresco fino al Prosecco nel cui distretto lavorano addirittura immigrati di ben 53 differenti nazionalità da 4 diversi continenti. Se nelle vigne destinate alla produzione del Prosecco a prevalere è la presenza di lavoratori polacchi, in quelle destinate alla produzione del Barolo - conclude la Coldiretti - si affermano i macedoni mentre in Lombardia per la Bonarda dell’Oltrepo’ pavese la leadership è dei romeni che insieme ai polacchi operano in maggioranza anche nei vigneti delle “bollicine“ del Franciacorta. In Toscana - conclude la Coldiretti - per il Brunello di Montalcino sono i maghrebini, in particolare i tunisini, a dare il contributo nel garantire l’integrità delle uve.

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