La chiusura forzata della ristorazione in Lombardia, con bar, ristoranti e pizzerie costretti a tenere abbassate le saracinesche, costerà in un mese 250 milioni di euro in mancati acquisti di cibo e bevande lungo la filiera agroalimentare. È quanto stima la Coldiretti regionale sulle conseguenze della nuova zona rossa istituita in Lombardia.
Lo stop alle attività di ristorazione – spiega la Coldiretti – riguarda anche gli agriturismi e si fa sentire a cascata sull’intera filiera agroalimentare con disdette di ordini per le forniture di molti prodotti, dai salumi ai formaggi, dal vino all’ortofrutta, che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco. Una situazione che mette a rischio il lavoro degli agricoltori già alle prese con un calo dei prezzi a fronte di un aumento dei costi di produzione.
Ora più che mai – continua la Coldiretti Lombardia – occorre salvaguardare un settore chiave per la sicurezza e la sovranità alimentare, che durante l’emergenza Covid ha dimostrato tutto il suo valore strategico per il Paese. Per questo – continua la Coldiretti Lombardia – condividiamo e appoggiamo il ricorso al TAR con cui Regione ha chiesto l’annullamento dell’ordinanza del Ministro della Salute dello scorso 16 gennaio 2021 che ha istituito la nuova zona rossa sull’intero territorio lombardo.
Con oltre 51mila tra ristoranti, bar e pizzerie, a cui si sommano gli agriturismi – spiega la Coldiretti – la Lombardia è la regione italiana con il maggior numero di locali per il consumo di cibo e bevande fuori casa.