Un numero destinato a crescere: il lambrusco sta conquistando sempre nuovi mercati, sia in termini geografici sia in termini di fasce di prezzo. Ma le nuove regole europee potrebbero frenarne l’espansione, a scapito di un settore con più di 350 aziende attive a livello provinciale, che danno lavoro a oltre un migliaio di persone.
“Gli addetti ai lavori – spiega Luciano Bulgarelli, presidente della Cantina di Quistello e del Consorzio provinciale vini mantovani – stanno verificando se è possibile continuare a legare la produzione al territorio, facendo leva sulla storicità del vino. Aspettiamo gli sviluppi. Intanto le singole aziende devono pensare a proprie strategie che le mettano al riparo da speculazioni. Dobbiamo difenderci giocando su due fronti, attraverso il marchio lambrusco e attraverso l’etichetta aziendale”. La Cantina di Quistello ci sta riuscendo: l’export è aumentato del 5% rispetto allo scorso anno, con clienti negli Stati Uniti e nei Paesi comunitari: “La strada è lunga, ma abbiamo cominciato ad approcciarci in modo diverso al mercato e sta andando bene, soprattutto con clienti di fascia medio-alta come ristoratori ed enoteche”. E sul mercato interno, un punto di forza è proprio la gamma variegata di prodotti: lambrusco per tutte le tasche, ma sempre di qualità.
“Il lambrusco mantovano – ha detto Paolo Carra – ha una proprio distintività territoriale, che deve essere difesa e promossa a tutti i livelli. Proprio ora che il mercato sta dimostrando di apprezzare questo vino dobbiamo fare in modo che non si speculi sul suo successo, che è frutto del lavoro delle nostre cantine, sempre più attente alla qualità”.