20 Giugno 2016
Primavera di ghiaccio: a rischio 20% pomodori. A Mantova timori per settore da 300 aziende

Alla vigilia dell’inizio dell’estate, che arriva nella notte tra oggi e domani, nei campi si fa il bilancio di una primavera tempestata da pioggia, grandine, trombe d’aria, allagamenti e frane. Il maltempo ha danneggiato sia le colture in serra che quelle a pieno campo, tanto che il raccolto di pomodoro in Lombardia (area che è uno dei poli nazionali di riferimento per la salsa Made in Italy) rischia un taglio del 20%. E’ quanto risulta da un monitoraggio della Coldiretti regionale fra gli operatori del settore: i problemi principali potrebbero esserci per le piantine messe in campo ad aprile, passate da una situazione con 38 millimetri scarsi di precipitazioni a una con oltre 106 millimetri di pioggia a maggio.
“La situazione è complessa – spiega Paolo Voltini, Presidente del Consorzio del Casalasco di Rivarolo del Re (Cremona), colosso dell’oro rosso che raggruppa oltre 300 aziende agricole – dobbiamo vedere come si evolve, ma se continua così si può stimare una perdita fino al 20% delle produzioni”.
Il pomodoro da industria è distribuito su quasi 8 mila ettari: a Mantova si concentra la metà della produzione lombarda (4.066 ettari), seguono Cremona (quasi 2.188 ettari), Pavia (787 ettari), Brescia (559 ettari), Lodi (241 ettari), Milano (109 ettari) e Monza (6 ettari). Le aziende mantovane sono circa 300, aderenti a varie organizzazioni di produttori, concentrate soprattutto nella parte della provincia al confine con il Cremonese e nell’Alto e Medio Mantovano.
Oltre ai danni diretti, per il pomodoro c’è anche il rischio di malattie – spiega Coldiretti Mantova – perché i produttori non possono fare i trattamenti e le colture possono venire attaccate dalla peronospora, un fungo dovuto all’umidità eccessiva.
“Il maltempo si somma a una situazione già difficile per il settore, a causa dei problemi derivanti da un accordo beffa firmato con l’industria – commenta il Presidente di Coldiretti Mantova Paolo Carra –, in cui gli agricoltori si fanno carico del taglio dei prezzi e, se serve, anche delle superfici, mentre gli industriali, in caso di necessità, potranno continuare a comprare la materia prima all’estero. I danni causati dall’eccesso di pioggia e dalle grandinate rischiano, quindi, di dare il colpo di grazia a molte aziende”.  

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